Il monitoraggio pressorio nelle 24 ore è un metodo non invasivo che permette di monitorizzare con sufficiente continuità il comportamento della pressione arteriosa nelle 24 ore o per periodi più lunghi, mentre i pazienti svolgono le loro normali attività quotidiane e/o durante compiti particolari.

Tale test è affidabile in quanto le apparecchiature forniscono valori sovrapponibili a quelli che si possono ottenere nello stesso soggetto e nello stesso momento dai comuni sfigomanometri clinici.  Concondanza è stata dimostrata anche con metodo cruento mediante cateterismo cardiaco. La monitorizzazione pressoria è una metodica utile nella valutazione clinica, nel controllo terapeutico degli stati ipertensivi, cosi come nella monitorizzazione dei pazienti a rischio d’ipertensione residua (coartati trattati).

Il manicotto usato è dalla dimensione standard per età: coprente per il 40-50% la circonferenza dell’arto; il sensore rilevatore è di tipo oscillometrico. Le singole misurazioni sono programmate, ogni 15 minuti durante le ore diurne e ogni 30 minuti durante le ore notturne. A tutti viene dato un diario da compilare in maniera dettagliata.

I parametri monitorizzati sono: la pressione media della pressione sistolica, diastolica; la media e le relative deviazioni standard durante le ore diurne e notturne; il dipping (calo fisiologico della pressione arteriosa durante le ore notturne il cui valore normale deve essere >al 10%); il PTE (percentuale di tempo esaminato in cui i valori pressori si mantengono superiori alla norma, positivo se > del 25%) ed il carico pressorio (espressione dell’entità del carico ipertensivo espresso in mmHg). I valori di normalità di riferimento adottati sono stati quelli di uno studio eseguito negli Stati Uniti, i quali hanno otttenuto monogrammi che correlano la pressione all’età, al sesso e all’altezza, sia per i bambini che per gli adolescenti.   

Rosner B, Prineas RJ, Loggie JMH, et al. Blood pressure nomograms for children and adolescents, by height, sex, and age, in the United States. J Pediatr 1993; 123:871-886.

autore dott Agata Privitera