Il tilt test è attualmente considerata la metodica di riferimento per la diagnosi della sincope vaso-vagale. L’esecuzione del test determina un’intenso stimolo ortostatico in grado di riprodurre nei soggetti predisposti una sincope. Le possibili risposte sono:
vaso depressiva: la pressione scende fino a causare sincope, mentre la frequenza cardiaca aumenta o si riduce meno del 10%;
cardioinibitoria: la frequenza scende a meno di 40 battiti al minuto per un tempo superiore a 10 secondi o compare asistolia temporanea. La pressione arteriosa, rispetto alla frequenza cardiaca, può ridursi prima nella risposta Tipo 1 a, contemporaneamente o successivamente nella risposta tipo 2 b;
mista: la frequenza si riduce anche meno di 40 bpm per un periodo inferiore a 10 sec, e la pressione arteriosa scende prima che la FC comincia a scendere.
Le risposte più frequenti, in genere, sono le vasodepressive o quelle miste mentre quelle cardioinibitorie solo le più rare. Il test quando non riproduce sintomatologia, può essere eseguito anche durante infusione di farmaci quali l’isoproterenolo o la nitroglicerina. La conoscenza dei meccanismi fisiopatologici alla base della sincope sono di fondamentale importanza per impostare adeguati trattamenti, la ripetizione del test durante terapia può essere utile per valutare l’efficacia della terapia. È stato dimostrato che le recidive della sincope tendono a ridursi dopo l’esecuzione del test. Ciò è stato attribuito ad un riconoscimento dei sintomi presincope da parte del paziente che gli consente di adottare misure preventive efficaci all’insorgere dei segni prodromici.
autore dott Agata Privitera