L’elettrocardiogramma è un esame semplice, non invasivo e poco costoso. Rappresenta un primo strumento, facile e maneggevole, utilissimo per un corretto approccio al bambino con sospetta cardiopatia. Fornisce importanti informazioni sul ritmo cardiaco ed è essenziale per la diagnosi e quindi per il trattamento dei problemi aritmici;  fornisce indicazioni sulle dimensioni e sulle condizioni di sovraccarico di volume e/o di pressione di uno o di entrambi i ventricoli; consente di sospettare, in caso di patologie malformative, il tipo di malformazione.

L’interpretazione di un ECG è basata sull’identificazione della morfologia dei tracciati: seguendo regole ben precise ed applicando principi di base, è possibile analizzare un ECG in maniera semplice e riceverne una messe di informazioni.

Nel periodo neonatale, tra la terza e quarta settimana di vita utile lo studio del QTc  cioè del tempo totale della depolarizzazione e ripolarizzazione ventricolare corretta per la frequenza cardiaca. Utile soprattutto  nei neonati a rischio in quanto presentanti: apnee o bradicardia, o storia familiare di morte improvvisa o di SIDS o familiarità per sindrome del QT lungo (QTLS).

Il QT varia al variare della frequenza cardiaca, quindi va calcolato il QT corretto per la frequenza cardiaca (QTc). Un QTc superiore a 440 msec o inferiore a 320 msec può essere segno di mutazione dei geni che controllano i canali del Na+ e del K+ e può essere causa di aritmie (torsione di punta) minacciose per la vita. Una delle tante cause di SIDS è appunto dovuta ad una turba dei canali ionici che regolano la ripolarizzazione delle cellule cardiache e che si associa con un QTc fuori dai valori normali.  Importante in questi pazienti è un attento monitoraggio ecgrafico, ed eventualmente, vanno messi in terapia, secondo un protocollo ben preciso. 

Autore dott Agata Privitera