Il forame ovale è una comunicazione tra i due atri, fisiologicamente presente durante la vita fetale.
Consente nel feto il passaggio di sangue ossigenato proveniente dalle vene ombelicali in atrio sinistro. Alla nascita, in seguito, all’aumento della pressione in atrio di sinistra si ha l’accollamento della membrana al setto interatriale.

In una minoranza di casi tale fusione non avviene e il forame rimane aperto. La pervietà del forame ovale (PFO) in condizioni normali non dà shunt poiché la pressione atriale sinistra mantiene accollata la membrana, solo in determinate situazioni, quando la pressione atriale destra eccede quella sinistra, si verifica uno shunt destro–sinistro a livello del setto interatriale.

Un forame ovale pervio è solitamente presente nel 30% circa dei soggetti normali.

Tale condizione, in determinate circostanze può permettere il passaggio di materiale embolico (aria, adipe, trombo) dalla circolazione venosa a quella arteriosa (embolia paradossa).

La presenza della PFO aumenta il rischio di eventi cerebrali ricorrenti di circa cinque volte. Il rischio è notevolmente aumentato, sino a trenta volte, se al PFO si associa un aneurisma del setto interatrale, in questo caso viene, anche, favorita la formazione di aggregati piastrinici sul versante atriale sinistro; il rischio ischemico è ulteriormente aumentato dalla concomitante presenza 1) di valvola di Eustachio ridondante 2) dal prolasso della valvola mitrale, 3) da uno stato di ipercoagulazione.

I soggetti con pervietà della fossa ovale possono presentare emicrania con aura con un’incidenza da 2 a 5 volte rispetto al resto della popolazione. La pervietà della fossa ovale permetterebbe, in questo caso, il passaggio dal versante venoso di sostanze d’innesco dell’emicrania (tipo vasodilatatore) che saltando il filtro polmonare raggiungendo in quantità maggiore la circolazione sistemica.

In atto, i candidati alla chiusura per via percutanea del difetto congenito sono i pazienti con diagnosi ecocardografica di PFO e manovra di Valsala positiva che presentano anamnesi positiva per ischemia transitoria (TIA) o stroke ischemico criptogenetico. L’ emicrania non costituisce, in atto, indicazione a chiusura della comunicazione. Una categoria a rischio è rappresentata da chi pratica attività subacque (embolia gassosa).

Nella nostra U.O. vengono eseguiti, nei pazienti con chiara sintomatologia, esami atti a dimostrare la pervietà del forame ovale. Esami eseguiti durante infusione di contrasto (emagel) e manovra di Valsalva (condizione che crea un aumento delle pressioni nelle cavità destre è quindi possibile shunt dx-sn).

L’eco Doppler transcranico è un esame, non invasivo, con alta sensibilità e specificità, nel dimostrare la pervietà del forame ovale. L’esame viene eseguito campionando un’arteria cerebrale, in genere l’arteria cerebrale media, la positività del test è data dalla comparsa di “spike”, durante manovra di Valsalva, che alterano la normale onda flussimetrica, è depongono per uno shunt dx-sn interatriale. L’eco Doppler transcranico viene sempre completato da un esame eco transtoracico che evidenzia, durante manovra di Valsalva, il rapido passaggio nelle sezioni di sinistra di mezzo di contrasto.

Per i casi dubbi viene eseguito in alternativa l’eco transesofageo sempre durante infusione di contrasto e manovra di Valsalva per visualizzare in maniera diretta lo scollamento della membrana.

autore dott Agata Privitera