Dal forum "Apel": Ecg in età pediatrica

Cari Colleghi,

ho letto in ritardo l'intervento di Alberto e mi sono sentito un pò tirare dalla giacca, per cui, pur con una certa ritrosia, ho deciso di intervenire. Il tema è di grande interesse e come confermato da tutti i numerosi interventi, non esiste una linea di comportamento univoca. Ebbene, giusto per provare a fare un minimo di chiarezza, cercherò di sintetizzare schematicamente alcuni punti caldi. Partiamo da dati certi:

·         non esiste ancora oggi una metodica di screening efficace per le cardiopatie congenite.

·         le dimissioni precoci non aiutano il PdF,

  • il tentativo di proporre un ecg di screening per tutti i neonati tra la 15a e la 25a giornata di vita, proposto dalla scuola di Pavia in un progetto multicentrico per la prevenzione della morte improvvisa (a cui ha partecipato anche il mio centro), si è dimostrato totalmente fallimentare per una serie di ragioni (non mi sembra la sede opportuna per elencarle), d'altra parte non si fa in nessuna parte del mondo.
  • L'unica cosa che possiamo/dobbiamo provare a pretendere da tutti i punti nascita è il controllo della saturimetria (pre e post duttale), prima delle dimissioni (36 – 48 ore di vita) e che il dato venga riportato sul cartellino. Questo rappresenta, al momento, l'unico esame che si avvicina molto alle caratteristiche che deve possedere un esame che rispetti la definizione di screening (lancet 2011),
  • Ogni neonato (cosiddetto sano) dovrebbe avere una visita pediatrica entro le prime 2 settimane di vita (saturimetria e polsi femorali compresi, ovviamente).
  • Indagare sulla presenza in famiglia di patologie cardiache (cardiomiopatia ipertrofica, casi di morte improvvisa etc).  

Passando alla questione se e quando richiedere un ecg: non esistono indicazioni specifiche per l'esecuzione di un ecg in un bambino sano, totalmente asintomatico, con anamnesi familiare negativa. Esiste inoltre un problema reale (oltre a quello dei costi, problema minore), chi referta questo ecg? In molti casi il cardiologo dell'adulto, il quale può non avere una competenza specifica, con il risultato di avere eseguito un esame inutile, o peggio… Ecco perchè, personalmente, ritengo che il pediatra debba avere nozioni di base sulla interpretazione dell'elettrocardiogramma, anche x essere nelle condizioni di valutare, con spirito critico il referto del collega, Questa è la ragione per cui da anni proponiamo corsi sull'interpretazione dell'ecg in età pediatrica, che devo riconoscere essere molto apprezzati e richiesti dai pediatri. La cultura e la sensibilità verso la cardiologia è di molto cresciuta negli ultimi anni! Esistono invece condizioni in cui l'ecg rappresenta il primo esame da richiedere, penso ad esempio alla sincope, oltre che nel sospetto di una miocardite o di una alterazione del ritmo etc. Aldilà quindi di situazioni specifiche, un ecg andrebbe eseguito comunque tra i 5 ed i 6 anni. Non c'è ragione per richiederlo prima e, se negativo, non c'è ragione per ripeterlo dopo (a meno che non intervengano fatti nuovi).

Spero di avere dato, seppure sommariamente, un piccolo contributo al dibattito in corso.
Buon lavoro a tutti
Francesco De Luca

Prof. Francesco De Luca
direttore U.O.C. di Cardiologia Pediatrica
Azienda Vittorio Emanuele, Catania
f.deluca@ao-ve.it
www.cardiologiapediatricact.com